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Roberto Zampiero: il mentore dei new talents di moda

Roberto Zampiero: il mentore dei new talents di moda

Redazione Starssystem
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Classe 1984, nato sotto il segno del cancro e trentino di origine: a poco più di trent’anni è un affermato professionista del settore moda.

Roberto Zampiero è un art director metodico e visionario, e queste sue due anime così in contrasto rappresentano la solida base del suo crescente successo. Il suo heritage è frutto di anni di gavetta, giuste intuizioni, incontri e sinergie. Non a caso giovanissimo approda nella crew della regina della night life milanese: Natasha Slater. Sceglie di interrompere la carriera universitaria e inizia appena ventenne a lavorare come commesso; di lì a poco si fa subito notare e passa al ruolo di buyer presso diverse boutiques. Dal 2008 Roberto fa ricerca di prodotto ( in particolare di scarpe) a fianco del designer Giacomo Morelli. I viaggi in Asia e in Europa sono momenti molto formativi: è là che Roberto comincia a tessere le relazioni che formano la sua strategica visione imprenditoriale. Di lì a poco l’incontro con il designer di scarpe Matteo Caparrini porta al successo Le Village Sneakers, di cui è consulente creativo. Ad oggi il marchio è una realtà indipendente e consolidata nel fashion system tra i brand di sneakers, ben posizionato sui mercati di lusso, anche in quelli emergenti. La nuova scommessa di Zampiero è la designer argentina Gisella Badaloni: la sta seguendo per il lancio della collezione Primavera/Estate 2017 del nuovo marchio Flaner Milano. Oggi la moda si trova in un momento in cui si interroga circa la troppa voracità con cui ultimamente aveva veicolato un’innumerevole offerta di prodotti in tempi limitatissimi sul mercato, a discapito della qualità e dell’impatto ambientale. Figure come quelle di Roberto, che seguono start-up imprenditoriali le quali propongono un prodotto di lusso che dura nel tempo, rappresentano la scommessa del futuro, per un’auspicabile ritorno alla ricerca della qualità anche da parte dell’utente medio anziché dell’acquisto facile, a poco prezzo e di dubbia durata. Abbiamo rivolto alcune domande alla mente creativa ed imprenditoriale che sta dietro al successo di questi brands. Sei del Trentino Alto Adige. Mi parleresti di come le tue origini abbiano influenzato il tuo essere creativo? Hai studiato al liceo artistico: quali artisti seguivi, quali musiche ascoltavi, e come è nata la tua passione per la moda? Si, sono nato in Trentino, le mie origini più che aver influenzato il mio essere creativo mi hanno formato sotto l’aspetto della costanza e nella dedizione al lavoro, la mentalità che viene “inculcata” in quella terra è proprio questa. Il liceo mi è servito per crearmi un’ istruzione di base artistica e ha sviluppato la mia creatività, facendomi apprezzare artisti come Andy Warhol, essendo amante della pop art ed estimatore della night life anni ’80; anche per questo amo la musica disco funky. Durante gli anni del liceo ascoltavo Oasis, Blur e Verve: la mia passione per la moda è nata dall’amore per questi gruppi musicali (dall’abbigliamento Brit minimale, quello che tutt’ora è il mio leit motiv). Parlami del tuo arrivo a Milano e del tuo percorso professionale. Attualmente sei art director di alcuni marchi di abbigliamento e proprietario di uno store del centro di Milano, ma nei primi anni in cui ti sei trasferito nella capitale lombarda dove ti sei mosso? Ogni volta che ripenso ai primi anni su Milano mi emoziono! Il mio ingresso nella capitale della moda l’ho fatto nella movida notturna milanese, collaborando come door selector in locali all’epoca e tutt’ora di grande spicco come i Magazzini generali e alla serata “Punks wear Prada”. Questo mi ha portato ad incontrare persone e situazioni che mi hanno arricchito personalmente prima, e successivamente anche a livello lavorativo: fashion e night life vanno di pari passo. “Chi arte nu sa far, butega sera!” si dice nella tua terra d’origine (che sta per “Chi non sa fare il proprio mestiere, chiude bottega!”). Cosa ne pensi di chi si improvvisa? Credi nella gavetta? Mi parlavi via mail di sacrificio: perché è necessario sacrificarsi? Beh, diciamo che non credo in chi si improvvisa! Sono convinto che sia giusto sempre rincorrere i propri sogni e di far diventare la propria passione il proprio lavoro, con dedizione e sacrificio ovviamente, il tutto accompagnato da una base di cultura nel proprio settore. La gavetta è indispensabile, credo che per capire dinamiche e sapersi rapportare con le persone di qualsiasi rango e ceto bisogna sempre partire dal basso, crescendo con umiltà e tanta voglia di fare; senza sacrificio e pazienza non si ottiene nulla! A poco piu di trent’anni sei già un professionista direi piuttosto realizzato ed affermato. La tua prossima sfida in ambito lavorativo? Beh, per carattere la parola “realizzato” non la conosco! Ogni giorno per me è una sfida, concretamente la mia prossima sfida è quella di portare i miei designer al successo. Parliamo di moda: hai un fashion designer preferito? Se sì, qual è? Yves Saint Laurent prima e Hedi Slimane ora, non posso non citare Pierre Bergè, il braccio destro di YSL: la sua figura è stata importantissima per la sua crescita. Mi identifico un po’ in lui quando lavoro al fianco dei miei giovani designer. Una domanda un po’ più personale: hai scelto la tua bellissima compagna Maura come socia. Qual è la tua formula per vivere una storia di successo in amore? Semplice, non esiste formula, tanta complicità e prima di tutto essere grandi amici, oltre che amanti, con un unico obbiettivo da raggiungere. Lavorare assieme significa anche tanta fiducia l’un l altro nei proprio compiti. Mi parleresti di Le Village Sneakers e di Flaner Milano, i brands che segui come art director? Le Village Sneakers credo che si commenti ormai da solo! Un buon successo raggiunto con Matteo Caparrini fin dalla prima stagione, partivamo già da una buona base di cultura del prodotto! Infatti Matteo Caparrini, designer di Le Village Sneakers,arrivava da parecchi anni passati nell’azienda calzaturiera di famiglia, c’è voluto solo un pizzico “di pepe” da me aggiunto! Flaner Milano è stata una sorpresa: quando Gisella Badaloni, designer argentina con una innata sensibilità per il prodotto moda, mi ha spiegato il suo progetto nel voler creare il suo brand mi è bastato guardare con quanta passione e cultura me ne parlasse. Ho da subito sposato il progetto: usciremo con la collezione SS17 a Giugno, che sarà caratterizzata da linee pulite e colori pastello, non voglio svelarvi altro! Inoltre con Riccardo Comi, dopo il successo raggiunto con la sua linea di sciarpe/foulard dalle stampe ispirate alle “esperienze di viaggi”, inizieremo un nuovo progetto di maglieria assieme. C’è una persona di successo cui ti ispiri? Mio nonno Nicolino, in tutto e per tutto, mente creativa ed estroversa, ma anche molto umile e sopratutto lavoratore instancabile: lo porto sempre con me grazie ad un tatuaggio sul mio braccio. Hai dei portafortuna? Sei scaramantico? Non credo nella fortuna: ognuno è artefice del suo destino. Un sogno non realizzato nel cassetto? Realizzo i miei sogni giorno per giorno, da quando guardo la mia futura moglie al mattino a quando raggiungo piccoli successi con i miei designer! Onestamente portare a sfilare uno dei new talents che seguo sarebbe un bel sogno! Dove ti vedi fra dieci anni? Sinceramente non ci penso, ho imparato ad affrontare la vita giorno per giorno, sia nel lavoro sia nella vita personale! Ovviamente tra dieci anni un paio di marmocchi urlanti per casa mi farebbero piacere. Cosa consiglieresti ad un aspirante art director? Lasciamo una testimonianza concreta di cosa dovrebbero imparare i ragazzi che sognano di fare il tuo lavoro. Consiglio di non scadere nella certezza di trovare il “posto fisso” all’interno di un’azienda, la gavetta serve, ma per fare esperienze e acculturarsi nel proprio settore. Quando però vi sentite pronti e stimolati, fate qualcosa che vi arricchisca, non solo le tasche, ma anche a livello personale e di conseguenza professionale. Non c è cosa più bella che svegliarsi al mattino con la carica e l’amore per il proprio lavoro. Rischiate, investite su voi stessi! zampiero_2

Lorenzo Sabatini

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