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La vita (im)perfetta di Beatrice Rigillo: tra Superchicche, sassofoni e stand-up Comedy

La vita (im)perfetta di Beatrice Rigillo: tra Superchicche, sassofoni e stand-up Comedy

Barbara Cialdi
Beatrice Rigillo

Migliaia di Followers sui Social e tanta simpatia: Beatrice Rigillo si racconta in questa intervista in esclusiva per Starssystem Magazine

“Normale”. Così si definisce quando le chiedono che bambina fosse. Ma normale non è la parola giusta quando parliamo di chi, a cinque anni, si lanciava a terra in preda a crisi isteriche perché rischiava di perdere un episodio delle Superchicche. “Ho dei ricordi di me insopportabile“, racconta con una risata, “ma i miei parenti dicono che ero carina. Boh, non mi fido!”. E forse è proprio questo mix di autoironia e vivacità che l’ha spinta a creare da piccola i suoi primi spettacoli domestici, con tanto di biglietti per gli spettatori obbligati: i genitori.

Legata a Venezia, dove ha vissuto i primi anni di vita, l’attrice rivendica le sue origini “ibridate” tra Nord e Sud Italia, anche se ammette scherzando di sentirsi “più nordica che meridionale”. Al liceo, la chiamavano “Lisa Simpson”, paladina della giustizia e mediatrice tra nerd e popolari. “Non ero la spia infame, ma se c’era un’ingiustizia, io ci mettevo la faccia. Ero simpatica, ma pure rompicoglioni.”

La musica è stata la prima passione coltivata, iniziata con le lezioni di pianoforte e trasformata in canto dopo un’esibizione improvvisata a Ferragosto. “Cantai Alex Baroni e mia madre, da quel giorno, decise che potevo avere un talento. Ci voleva una sagra di paese per convincerla!”. Da lì, una band, premi vinti e tour in Italia, dormendo anche nei posti più improbabili. “Una volta, dopo un concerto, abbiamo dormito per terra in un centro sociale. Glamour, vero?”.

Photographer: Yari Saccotelli
Beatrice Rigillo. Attualmente vive e lavora a Roma.

Nata a Roma trent’anni fa, oggi suona il sassofono e canta con Donatella Rettore, girando l’Italia tra piazze e festival. “Sono tre anni che canto ‘Chimica’ e tutti pensano che io sia Ditonellapiaga. Magari!”.

Ma la carriera artistica non si ferma alla musica. Beatrice ha conquistato anche il mondo della comicità. “È nato tutto durante la pandemia, con video ironici. Il primo l’ho sponsorizzato con 30 euro e ho fatto 300 like. Il massimo della carriera!”. Poi, l’incontro con Eleazaro Rossi e il debutto nella stand-up comedy. “Mi propose di aprire un suo spettacolo, io dissi sì, senza sapere nemmeno cosa significasse. In cinque giorni scrissi il mio primo monologo. Osceno, ovviamente.”

Oggi, oltre a collaborare con Radio 1 e Rai 2, continua a fare video ironici sui social. “Non prendo in giro gli influencer, ma l’inautenticità. Mi diverte smontare l’idea che si debba essere tutti un po’ pazzi per essere originali. C’è chi ci riesce, chi no, e chi fa video su questo. Io, ad esempio.”

Una vita artistica vissuta con leggerezza e consapevolezza, dove l’ironia è l’arma migliore per raccontare, raccontarsi e – perché no – smontare un po’ di stereotipi, una battuta alla volta.

Prendere in giro le influencer o presunte tali su Instagram ti avrà creato non poche inimicizie. Chi se l’è presa di più?
Sì, certo. Fare video in cui prendo in giro personaggi con parecchi follower mi ha creato nemicizie. A volte proprio con loro, i protagonisti dei video. Sono stata bloccata da tantissime persone e lo sono ancora. Spesso ricevo i loro reel dai miei follower, che mi dicono: “Guarda cosa sta facendo!”, ma io non posso vederli perché mi hanno bloccata.

C’è chi ha reagito peggio?
Sì. È capitato che qualcuno all’inizio ridesse, mi scrivesse e mi facesse anche i complimenti, perché capiva che erano prese in giro senza insulti. Poi, appena il video diventava virale e arrivavano i commenti negativi, si offendevano e mi bloccavano. Alcuni mi hanno scritto: “Mi hai distrutto le statistiche di Instagram!”.

Hai mai ricevuto minacce?
Sì, soprattutto dopo aver preso in giro un’influencer, meglio non citarla. Lei si è arrabbiata moltissimo con me, mi ha scritto più volte e poi mi ha bloccata. La sua Fanbase mi ha letteralmente distrutta: insulti sotto i commenti, messaggi privati, minacce.

Qualcuno l’ha presa meglio?
La Ferragni! Lei ha commentato con una battuta, ricalcando una mia spiritosaggine nel video. Lei è abituata, ha una bella corazza.

Perché, secondo te, prendi di mira più spesso le donne nei tuoi video?
Oggettivamente, le donne sono più presenti in quel tipo di contenuti, ma credo che questo sia anche il riflesso di una questione culturale più profonda. Le donne vivono una pressione costante per accontentare modelli comportamentali e aspettative, il che rende ancora più complesso il percorso verso l’autenticità.

Critico soprattutto le narrazioni che sfruttano l’idea della ‘pazza ribelle fuori dal coro’, perché spesso si tratta di una rappresentazione costruita e contraddittoria, che finisce per ingabbiare invece di liberare. Mi succede sempre più spesso di vedere persone esattamente tutte a stampino che si definiscono “fuori di testa“. È importante smascherare questi stereotipi, proprio per aprire spazi di espressione più autentici e liberi per tutte.

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Per le donne è più difficile essere autentiche in una società che ci spinge ad aderire a certi modelli.

Beatrice Rigillo

Ti accusano di non fare solidarietà femminile?
Sì, spesso. Ma per quale motivo dovrei fare solidarietà femminile a prescindere? Non ha senso. Sono contro un sistema che porta le persone a staccarsi dalla realtà e a identificarsi con qualcosa che non sono. Se qualcuno, uomo o donna, si comporta in un certo modo, lo prendo di mira. Il fatto che succeda più spesso con le donne è una questione culturale.

C’è chi ha reagito bene alle tue parodie?
All’inizio sì, qualcuno mi ha fatto anche dei complimenti. Ma appena arriva la shitstorm, appena arrivano i commenti negativi, si tirano subito indietro. L’unica che ha retto è stata, come ho detto, Chiara Ferragni, che si è fatta una risata. Ma lei è abituata a ben altro.

Progetti futuri?
Sto continuando a lavorare sui social, con collaborazioni, conduzioni e co-conduzioni di eventi insieme ad altri creator. Ma mi piacerebbe anche riprendere in mano la mia musica. Ho scritto diversi brani, soprattutto l’estate scorsa, e vorrei sistemarli. Magari uscirà anche qualche singolo, chi lo sa!

E i sogni?

I cassetti dei sogni devono rimanere chiusi perché quei sogni hanno bisogno di stare in un posto sicuro. Sono preziosi e devono essere protetti. Quindi penso che questi cassetti debbano essere aperti al momento giusto e con discrezione. Posso dire che hanno a che fare con il mio lavoro e sono in evoluzione, poichè non sono ancora così definiti li tengo lì, nel cassetto.

Un finale sospeso, come le note di una melodia ancora tutta da scrivere. Una dichiarazione di intenti sussurrata, come una promessa al futuro, che parla di progetti in evoluzione e di una creatività in continua trasformazione. Un finale che è un invito alla sorpresa, un sipario che si chiude lasciando intravedere il prossimo atto di una storia tutta da scrivere.

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Beatrice Rigillo è nata a Roma il 18 Gennaio 1995

I cassetti dei sogni devono stare chiusi. Sono preziosi e vanno protetti

Beatrice Rigillo

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