Astrologia, il cielo può veramente dare risposte? Chiediamolo a due esperte: Silvia Babucci e Barbara Vanzella


Io partirei da una domanda scontata, alla quale però pochi sanno dare una risposta corretta, ovvero cos’è l’astrologia. E’ una disciplina che studia l’influenza dei corpi celesti (come pianeti, stelle e altri corpi cosmici) sugli eventi terrestri e sul comportamento umano. Il termine “astrologia” deriva dal greco antico: astron (ἀστρόν), che significa “stella”, e logos (λόγος), che significa “discorso”, “studio” o “scienza”. Quindi, etimologicamente, “astrologia” significa “lo studio delle stelle”.
Dalle antiche civiltà babilonesi ai moderni oroscopi sui social media, l’astrologia ha attraversato millenni, influenzando culture e credenze in tutto il mondo. Ma perché questa disciplina millenaria continua ad affascinare? Siamo davvero influenzati dalle stelle e dai pianeti o è solo una questione di suggestione collettiva?
Storia dell’Astrologia
Secondo Jasmine Elmer, classicista ed esperta del mondo antico, la pratica dell’astrologia pare abbia avuto origine nell’antica Mesopotamia. Era un affare serio, riservato a pochi eletti. I sacerdoti, veri e propri decifratori del cosmo, scrutavano le stelle per svelare i segreti del re e del regno, annotando ogni presagio celeste su tavolette di argilla. Pensa, furono racchiusi ben 7.000 presagi nell’Enuma Anu Enli, celebre registro di fenomeni astronomici risalenti al XVII secolo a.C.
Ma non bastava osservare, bisognava dare un nome a queste costellazioni, e qui entrano in scena gli Antichi Greci, i quali diedero vita allo zodiaco che conosciamo.
E nel Medioevo questa disciplina divenne addirittura fondamentale per ricoprire lavori specifici. Ad esempio il Physicus doveva anche possedere un buon retaggio in materia di stelle per capire come le influenze astrali potessero agire sui quattro umori dei pazienti e quindi poter stabilire come guarire l’ammalato.
Ed oggi?
Nell’era dei social media, dove ogni trend nasce e muore alla velocità di un like, o come direbbero oggi di un cuoricino, l’astrologia ha trovato la sua nuova casa, conquistando il cuore (e i feed) di Millennials e Gen Z. Ma non si tratta del solito oroscopo da rivista settimanale. Qui, le stelle parlano il linguaggio dei meme, dei video virali e delle dirette Instagram e TikTok, trasformando l’oroscopo in un fenomeno pop a tutti gli effetti. Tra temi natale, mercurio retrogrado e come truccarsi al meglio seguendo il proprio segno zodiacale ed ascendente, ormai c’è solo che l’imbarazzo nella scelta. I numeri, però, parlano chiaro: i repost e le condivisioni di questi contenuti raggiungono cifre pazzesche, segno di un interesse che va ben oltre la semplice curiosità. Ma cosa spinge le nuove generazioni a cercare risposte attraverso esperti del settore? In un periodo storico caratterizzato da incertezze e cambiamenti repentini, l’astrologia offre un senso di orientamento, una bussola interiore per navigare e superare le sfide della vita. I segni zodiacali diventano simboli di appartenenza, un modo per definire la propria identità e trovare affinità con chi condivide lo stesso segno.
Astrologia – Parola alle esperte
Per comprendere questo mondo articolato ho deciso di intervistare due voci autorevoli del settore: Silvia Babucci e Barbara Vanzella.

Silvia Babucci è un’esperta astrologa, attivista della poesia e della comunicazione sensoriale che si distingue per il suo approccio approfondito, riflessivo e creativo all’astrologia. Le sue analisi combinano elementi di crescita personale e filosofia, offrendo una prospettiva unica sull’influenza delle stelle nella vita delle persone. Oltre alle analisi tradizionali, Silvia ha sviluppato percorsi sensoriali e concept olfattivi, integrando l’astrologia con l’esperienza dei cinque sensi.
Account Instagram: @silvi_bi

Barbara Vanzella (Babih), italo-brasiliana, è nata in Brasile e ha scelto l’Italia per amore, è astrologa e divulgatrice. Una figura di spicco nel panorama digitale. Con il suo stile vivace e coinvolgente, Barbara ha saputo conquistare un vasto pubblico, soprattutto grazie al suo podcast. I suoi contenuti, che spaziano dalle sue esperienze personali agli astri ed al potere della manifestazione, sono un mix perfetto di informazione e intrattenimento, rendendo l’astrologia accessibile e divertente per tutti.
Account Instagram: @astro_cartas
Iniziamo con una domanda semplice ma essenziale. Come ti descriveresti in poche parole e come spiegheresti il tuo lavoro ad un neofita?
S: Sono una combinazione di studi, passioni, giri in lungo e in largo intorno al Sole continuamente rimescolati e riordinati nella sintesi ‘ Creativa con radici nella condivisione e un’estrema fiducia nella parola’. Un’attivista della poesia supportata da un’attenta analisi e osservazione del Cielo. Nel mio spazio di lavoro ogni vita è una biblioteca e un inventario di esperienze che qualificano il senso di autentico che riguarda ogni essere umano e di cui l’Astrologia è una lente di ingrandimento. Al neofita in primis chiederei: come saresti cresciuto se alla tua nascita ti avessero donato un bugiardino contenente la mappa delle tue inclinazioni naturali e la tua specifica visione del mondo? Parte del mio lavoro è offrire un panorama di osservazione dettagliata dell’ individuo evidenziando le dinamiche, i talenti e la predisposizione. Ai miei nipotini insegno a curiosare guardando in sù, a tutte le mie relazioni e nel lavoro trasmetto la voglia di orientarsi e padroneggiare le proprie emozioni confrontandosi in terra con ciò che accade in Cielo e viene liberamente, per esempio ogni giorno, manifestato dalla Luna.
B: Sono un’anima curiosa che ama studiare, imparare e condividere quello che sa con le altre persone. Mi piace la sfida di evolvermi come essere umano. Sono sempre stata così ma ovviamente ho dovuto vivere il mio percorso e fare le mie esperienze. Il mio lavoro oggi è ricordare alle persone chi sono e chi possono diventare se decidono di lasciar perdere ciò che la società, la famiglia ecc., gli hanno detto che dovevano essere.
Il tema natale è spesso visto come uno strumento di autoconoscenza. In un mondo in cui l’identità è in continua evoluzione, come può aiutare le persone a navigare le incertezze della vita e a trovare il proprio posto nel mondo?
S: Il tema natale nel mio approccio tiene alla larga da tutto ciò che istintivamente deleghiamo al destino. Il Tema Natale è un potente elisir di cognizione; mette al centro l’individuo e l’importanza delle proprie scelte – le uniche ad avere margine di azione e cambiamento – che oltre al destino, noi non deleghiamo ai pianeti. L’Astrologia parla di corrispondenze, i pianeti non solo non ci influenzano ma non interferiscono sulla realtà per cui non sono condizionanti. Il Tema Natale in quanto mappa del Cielo personale è uno strumento di conoscenza che nell’analisi rende fruibile le responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro centro e per questo funge da combustibile, alimentando il potenziale espresso ma soprattutto quello inespresso e magari non canalizzato. Aiuta a prendere atto delle proprie inclinazioni e più che trovare il proprio posto nel mondo, radica nella consapevolezza. Può aiutare a navigare con le seguenti premesse: Chi è in mare naviga chi è in terra radica. Sappi navigar secondo il vento, se vuoi arrivare in porto a salvamento.
B: Il tema natale è una mappa che ciascuno di noi possiede e così la deve utilizzare: come una guida della vita che ha senso per ognuno di noi. Sempre di piú la nostra identità sarà la nostra grande forza. L’intelligenza artificiale sempre in crescita si occuperà di tutto quello che è meccanico, ripetitivo e facilmente sostituibile dalle macchine. Dobbiamo conoscerci, dobbiamo imparare chi siamo e cosa siamo venuti a fare. É imperativo uscire dal pilota automatico ed esprimere la nostra creatività. In tutto questo percorso l’Astrologia serve come un faro che illumina la miglior strada.


L’oroscopo dell’anno è spesso visto come una sorta di ‘trailer’ del futuro. Se tu potessi scegliere una colonna sonora che rappresenti al meglio le energie di quest’anno, quali brani musicali selezioneresti e perché?
S: Studiando il 2025 mi sono fin da subito immedesimata in musica elettronica e tecno massiccia quindi in una perenne dimensione di ripetizione e accelerazione. Ti direi musica svuota mente per gli amanti del genere. Riconosco però nelle mie stesse parole una tensione con la volontà di decompressione fine a se stessa perciò, se strizzo l’occhio a Urano in Gemelli e alla ventata di rivoluzione inaspettata e significativa ti dico ‘volevo essere un duro’ di Lucio Corsi. Semplice e diretto. Corsi ha i piedi ben saldati a terra e lo sguardo nella meraviglia, non si rifà al tecnologico e alla ripresa da un drone ma da una cameretta. Non ripensa il mondo con denuncia o come un piano di fuga all’estero ma salda valori, rivoluzionando la comunicazione in tutte la sua pratica di espressione. Urano in Gemelli toccherà il nostro modo di comunicare e Volevo essere un duro è la profezia di un cambiamento ricercato e il tentativo di dipingere il reale senza rinunciare al sogno.
B: Trovo difficile rispondere a questa domanda, poiché mi concentro principalmente sugli oroscopi personali. Ogni individuo ha il proprio oroscopo annuale. Tuttavia, se dovessi consigliare un brano musicale che rappresenti le energie dell’anno astrologico, iniziato il 20 marzo 2025, opterei per qualcosa di molto giovanile. Questo perché pianeti importanti entreranno nel segno dell’Ariete, che incarna l’energia effervescente delle novità, della creatività e degli impulsi, favorendo l’espressione di un’arte più giovane.
I segni zodiacali sono spesso associati a stereotipi e luoghi comuni. Se tu potessi ‘riscrivere’ le caratteristiche di un segno zodiacale, quale sceglieresti e quali tratti vorresti enfatizzare o modificare?
S: Inizierei dal mio, pur sapendo che stiamo parlando di segno solare e quindi restando fedele alle caratteristiche comuni e condivisibili. Mi piacerebbe calibrare la Bilancia, perfezionare il tiro alleggerendola dalla spiccata sensibilità, sollevarla dalla necessità di giusto, buono e bello, ammorbidire parte delle sue prese di posizione e magari regalarle una sana dose di temperanza. Così come vorrei far ri-nascere la Vergine senza eccessive forme di zelo e resistenza al cambiamento. Mi piacerebbe elogiare la cavalcata lunga del Sagittario e gradirei sciogliere la montagna di ghiaccio del Capricorno arroccato alle sue forme di potere e prove di forza. Mi piacerebbe fermare i Pesci e concedergli un po’ di riposo, sicurezza e coraggio contagioso. Mi piacerebbe concedere più libertà all’acquario, contro ogni genere di convenzione stabilita. Vorrei placare l’assalto Ariete e consolare la tenacia premiante non necessariamente nell’immediato. Mi piacerebbe avere la visione espansionistica Toro e anche solo un briciolo dell’ego Leone. Mi piacerebbe sfruttare la capacità di analisi dello Scorpione per usare al meglio l’intelligenza artificiale. Potrei perdere la testa per tutti i pianti che eviterei volentieri al cancro ricordandogli che sa risolversi molto prima dello sfogo e confermare ai Gemelli che non è necessario vincere.
B: Sicuramente negli stereotipi c’è un perché. L’errore non è imparare o riprodurre stereotipi dei segni zodiacali, questo lo considero di poca gravità. Invece sotto ci sono due idee assolutamente da combattere se vogliamo parlare di Astrologia seria e utile. La prima idea sbagliata è quella di ridurre l’astrologia ai segni – se cosi fosse si chiamerebbe “Signologia” e non Astrologia. Astrologia significa lo studio degli astri, e gli astri sono i pianeti, non i segni. E la seconda idea sbagliata è la confusione che si fa tendenzialmente tra segni zodiacali e persone. I segni sono energie archetipiche. Non sono persone. Le persone hanno la energia dei 12 segni nel loro Tema Natale e per questo motivo sono molto più complessi che qualsiasi luogo comune che riguarda il loro segno personale.


Nell’era dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale, come potrebbe evolversi l’astrologia nel futuro?
S: Credo che l’intelligenza artificiale esattamente come gli attuali software di calcolo, possa essere uno strumento per i curiosi ma non per gli studiosi. Può e potrà essere di aiuto ma non credo che riuscirà mai a sostituire l’interpretazione di un essere umano, abile nell’esperienza diretta e formato da studi continui e trasversali che si fanno nel campo dell’Astrologia e che dall’Astrologia portano ad ampliare il raggio d’azione.
B: In questo contesto così nuovo e ancora sconosciuto, l’astrologia è lo strumento capace di restituire all’uomo la sua umanità. Perché ci aiuta sia a comprendere i movimenti del mondo e prepararci a esso che conoscerci a noi stessi per capire il nostro ruolo nella nuova realtà. E sicuramente l’Astrologia e il lavoro degli astrologi cambieranno tanto con l’intelligenza artificiale. Tutto ancora da capire, ma l’importante è coltivare la curiosità e la voglia d’imparare continuamente.
Mi dici il tuo motto preferito? O una frase che ti ha avvicinato al mondo dell’astrologia?
S: Sai che sto solo citando Bilance? Io sono Bilancia, Corsi è Bilancia, Calvino è Bilancia. Devo a Italo Calvino una delle massime che vorrei aver scritto io: La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. A cui potrei aggiungere la frase con cui mi firmo: sii grato per il karma che non hai. Quello che mi ha avvicinato all’astrologia è una curiosità fuori misura, ragionando è come se lo avessi sempre fatto. Ti faccio ridere; fin da bambina prima di leggere un libro mi dedicavo alla ricerca della data di nascita dell’autore, applicando poi questo esercizio al resto. In prima analisi i miei genitori hanno pensato che fossi una grande fan dei compleanni (che comunque sono) ma il mio entusiasmo era dovuto alla diversità di modi e valori, atteggiamenti e premure, nei casi letterari dal temperamento della penna. Ho iniziato a esprimermi scrivendo e ho sempre cercato la leggerezza, di cui sopra, nella tentazione di scoprire se fosse La luna a seguire me o io a seguire la Luna. Per concludere ‘non lasciando niente al caso’ mi sono avvicinata all’Astrologia e ti ringrazio per questa intervista.
B: Ne ho tante di frasi che mi ispirano e guidano, ma direi che il motto preferito è una citazione di Helena Blavatksy che davvero cerco di mettere in pratica da ormai dieci anni: “La più importante di tutte le opere è l’esempio della propria vita.”
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