Edimburgo: sulle tracce di Harry Potter


Pensate di sapere tutto riguardo Harry Potter solo perché avete letto tutti i libri, magari anche in lingua originale? Pensate di aver visto tutto del maghetto solo perché avete visitato la mostra a Milano o gli Studios a Londra? Be’, ci dispiace deludervi, ma quello che conoscete non è abbastanza.
Prima di diventare J.K., Joanne Rowling era una ragazza qualunque, con una vita non meno infelice di quella del giovane Harry prima di ricevere la lettera da Hogwarts. Nei primi anni ’90 abitava a Edimburgo – città in cui abita tutt’ora – e dopo la separazione dal marito rimane povera e sola. L’unico modo che aveva di evadere dalla dura realtà con cui si confrontava ogni giorno era elaborare una storiella, non più di pochi appunti, riguardo un bambino con poteri magici, rimasto orfano. Mentre passeggiava per le vie della splendida Città Vecchia, la Old Town situata nella parte alta della città scozzese, immaginava il bambino accanto a sé e molti dei luoghi in cui lei passava, sono oggi raccontati nelle pagine del più fortunato romanzo fantastico della letteratura moderna.
Premesso che Edimburgo non aveva bisogno del turismo potteriano, la città è comunque consacrata come il luogo natio di Harry Potter e sono davvero molti i punti di pellegrinaggio che in ogni stagione attirano migliaia di fan.

Già solo arrivare davanti a Castle Rock, l’imponente montagna su cui si giace il Castello di Edimburgo, ci fa comprendere come sia nata nella Rowling l’idea di porre Hogwarts in cima a un’altura che dominasse le terre vicine. Dalla scalinata che scende dal Castello ha preso ispirazione lo scenografo Stuart Craig per disegnare il sentiero che congiunge il quadriportico della Sala Grande di Hogwarts con l’approdo delle barche sul lago Nero.

Sono principalmente tre i luoghi accertati e visitabili in cui la Rowling ha scritto Harry Potter. Il primo di questi è Spoon, un cafè dall’arredo semplice situato al primo piano di una palazzina al numero 6 di Nicolson Street. Nel 1994, quando Joanne iniziava a mettere insieme i suoi appunti, il locale apparteneva al cognato ed era un luogo piacevole per concentrarsi, sorseggiando té. Il secondo è la Elephant House, un altro café nel viale del Ponte di Re Giorgio IV, impossibile da non vedere per i grandi cartelli con scritto “Birthplace of Harry Potter”. In realtà si tratta di una trovata per attirare clienti, perché, oltre al fatto che l’idea del maghetto è nata sul treno che portava J.K. da Manchester a Londra, quando uscì La Pietra Filosofale, la Elephant House non era neanche stata ancora aperta. Tuttavia è certo che la Rowling abbia scritto sui tavoli di questa tavola calda; probabilmente gli ultimi capitoli de La camera dei Segreti, alcuni de Il Prigioniero di Azkaban e anche le basi de Il Calice di Fuoco. L’ultimo è il famosissimo Balmoral Hotel, l’albergo che ospita addirittura i Reali quando si trovano in visita in Scozia. Nel 2006 la stampa era sempre più incuriosita dalla scrittura delle ultime pagine de I doni della Morte e la povera J.K. non aveva un attimo di tregua con i paparazzi alle calcagna. Dovette quindi affittare una suite nell’albergo più lussuoso e più caro di Edimburgo, ma almeno riuscì a concludere il romanzo in tranquillità. La stanza è la numero 552 e di tanto in tanto, quando è libera, è possibile visitarla con l’accompagnamento del concierge.

A pochi passi dalla Elephant House c’è Candlemaker Row, una via trasversale che scende un poco rispetto alla principale. Caratterizzata dalle botteghe dal sapore antico, con le vetrine variopinte, è la strada che ha ispirato Diagon Alley. Qui troverete molti negozi simili ai più famosi della storia: dal sarto, agli alimentari, fino al venditore di bacchette magiche, copie identiche e originali a quelle usate nei film, forse funzionanti…
Dalla piazza antistante le mura del castello si può ammirare dall’alto la scuola più prestigiosa di Edimburgo: la George Heriot’s School. Ha sede in un antico edificio molto simile a un castello. Le sue quattro torri rappresentano le quattro case in cui sono suddivisi gli studenti. Sembra che sia stata proprio la George Heriot’s ha ispirare Hogwarts e le sue quattro case, tanto che i colori oro, rosso, blu e verde sono gli stessi per entrambi i college.

Infine, nel centro della Old Town è visitabile il Greyfriars Kirkyard, il cimitero di Edimburgo. Nella maggior parte dei giorni dell’anno, il tempo uggioso tipicamente scozzese conferisce a questo luogo un’atmosfera spettrale, la stessa che aveva il cimitero ne Il Calice di Fuoco. Qui sono sepolti almeno due degli uomini i cui nomi sono diventati emblematici per la saga di Harry Potter. Il primo è William McGonagoll, poeta scozzese, accanto alla cui tomba c’è una panca su cui J.K. sedeva mentre lavorava. È molto probabile che la scrittrice abbia preso il cognome di McGonagoll per la famosa professoressa di trasfigurazione, nota in Italia come Professoressa McGranitt. Ma soprattutto, in un angolo nascosto, si può trovare la lapide di Thomas Riddell , niente po’ po’ di meno che il nome di battesimo di Lord Voldemort. Il povero signor Riddell, che non sembra abbia mai fatto niente di male, verrà ricordato nei secoli per aver dato il nome a uno dei peggiori cattivi di tutta la letteratura.
Se vi capiterà di passare da Edimburgo, non potrete perdervi l’occasione di visitare questi luoghi che troverete facilmente con Google Maps e che distano proprio pochi minuti a piedi l’uno dall’altro. Se però desideraste una spiegazione, tutti i giorni alle 15.00 in punto parte un tour gratuito molto divertente e assolutamente imperdibile per chiunque abbia una passione per la saga di J.K. Rowling. Trovate tutte le informazioni cliccando qui.
Testo Giancarlo Galeazzo