Quindi racconti per la prima volta la tua realtà da wag. Per come siamo abituati a conoscerti noi, è davvero un bel cambiamento…
Si lo so, ma ho ritenuto Spike e questo nuovo programma i canali giusti per esprimere qualcosa di nuovo su di me. Prima celavo con riservatezza la mia realtà familiare, temevo pregiudizi sul lavoro. Figurati che prima del matrimonio per un anno mi sono ritirata dai social. Per tutelare me e lui, per il mio lavoro, per paura.
Ora non temo nulla, mi sento supportata da una realtà che “condivide”. Permettimi il gioco di parole, ma è così: condivide sui social, condivide più lavori, condivide l’esporsi. Non ho più timore di mostrare il mio corpo, non temo più di essere troppo sexy, non ho paura che questo possa togliere qualcosa alla mia testa o alla mia professionalità.
La tua riflessione è molto interessante. Trovi quindi benefico quello che sta diventando costume della società in cui viviamo?
Assolutamente sì, e ci sono anche arrivata tardi, ma le mie scuole professionali mi avevano insegnato tutt’altro. Mi avevano imbavagliata, adesso basta. Adesso sono io. La stessa che sul grande schermo ha recitato il ruolo di una ragazza madre che subiva violenza domestica, la stessa donna che intrattiene una platea, la stessa che ride e tifa allo stadio per suo marito , che posa in una campagna di moda, che non ha paura di postare una foto in costume, la stessa che mette un video struccata mentre dorme abbracciata alla sua maltesina. Ora non ho più paura di mostrarmi così come sono, perché ho imparato a mettermi al primo posto.