Un film che ha segnato la tua adolescenza?
(Sorride a questa domanda, ndr). Sorrido perché penso a quanto ci potesse sembrare difficile la vita a quell’età. Ricordo ancora che durante un litigio dissi a mio padre: quando avrò 18 anni firmerò le carte per rinunciare al dovere e diritto della vostra patria potestà (continua a sorridere, ndr) e andrò via di casa. Quando feci 18 anni mio padre mi disse che non esistevano carte da firmare e che se avessi voluto potevo farmi la valigia e andare via, cosa che ovviamente non feci. È quell’età dove vuoi fare tanto ma pensi di non essere capita. Fortunatamente ho sempre avuto dei genitori che nonostante la mia irascibilità in alcune situazioni hanno sempre tentato un dialogo con me. In quel periodo su Sky davano in onda il film: Uptown Girls. Ricordo che lo davano a pagamento e sprecai tutti i soldi della carta per vederlo così tante volte. Trattava di una ragazza, Molly, ricca e viziata ereditiera con la passione per la moda, a cui non mancava niente per essere felice. Quando si trovò in difficoltà economiche, dovette fare i conti con la realtà. Trovò lavoro come baby-sitter per una ragazzina, Ray, dell’età di 8 anni, anch’essa ricca, viziata e molto precoce. Le due ragazze si trovano a risolvere insieme molti problemi. La bambina deve smettere di controllare tutto per placare la sua insicurezza, mentre Molly deve rendersi conto di dover cominciare a pensare in modo diverso e non solo a divertirsi, o meglio deve cominciare a pensare. Del film mi colpì molto l’amicizia tra un adulto e una bambina, di solito, adulti e bambini non fanno amicizia. Ma spesso nella vita ti può capitare che la persona che meno ti aspetti possa insegnarti qualcosa. Nonostante i grandi problemi che entrambe avevano in famiglia, come la perdita di un genitore, hanno insegnato l’una all’altra ad affrontare la vita con semplicità e sempre con un sorriso, che le cose belle arrivano per tutti e che bisogna credere ai propri sogni. Desiderare non significa semplicemente praticare una libertà senza vincoli; desiderare significa fare del proprio desiderio una vocazione, un impegno. Quindi, anche io come Molly e Ray farò del mio sogno un impegno e affronterò la vita, come ho sempre fatto con un sorriso. Ogni storia ha il suo finale, ma nella vita il finale è solo un nuovo inizio.
Se potessi vestire un personaggio famoso, chi sarebbe?
Miro a un uomo che sia affine con ciò che disegno, un mix libero tra eleganza e sportswear. Se potessi scegliere, sceglierei David Beckham. Oltre ad essere il sogno di ogni donna è un uomo dallo stile impeccabile per ogni occasione, diventato anche un’icona di stile nei tempi odierni.
Sarei tanto curiosa di sapere cosa pensa sua moglie Victoria della sua popolarità e del fatto che sia un sex symbol planetario (ride, ndr).
Se dovessi descrivere con un personaggio immaginario la tua moda, chi sceglieresti?
Per prima cosa mi viene in mente un personaggio dal carattere forte, un personaggio misterioso. Una persona imprevedibile che sa sempre ciò che vuole e che è ossessionato dalle cose belle. Insomma se dovessi scegliere direi Thor. Lui è il Dio del tuono, arrogante guerriero di Asgard. È un personaggio che ammiro tanto e sinceramente parlando mi rappresenta molto. Nel film e nel fumetto la la sua testardaggine lo porta spesso in situazioni difficili, ma tutto questo non lo spaventa: proprio come accade a me.
Progetti futuri?
È da poco uscita la Spring/Summer collection 2018, e per il momento il mio obiettivo è quello di sponsorizzarla al massimo, di farmi più pubblicità possibile. Sono felice del mio traguardo, le cose stanno cominciando a prendere forma. Per il momento disegno solo per uomo ma presto potrei anche concentrarmi su una collezione dedicata all’universo femminile.