Hai iniziato come doppiatrice: la tua ultima esperienza in merito riguarda il cartone animato Netflix Over The Moon. Si parla poco di doppiaggio in Italia, ma è un’arte difficilissima che richiede duro lavoro, personalità e una grande capacità interpretativa. Ci parli di questo aspetto della tua vita come artista?
Doppio cartoni animati da quando ho nove anni e ho accumulato tanta esperienza in questo mondo: ho ripreso da qualche anno a farlo con continuità dopo un periodo in cui mi ero fermata per favorire la mia carriera da cantante. Mi piace tantissimo calarmi nei panni di un personaggio e caratterizzarlo mettendoci qualcosa di mio attraverso la voce. Non è una cosa scontata.
Hai sempre voluto fare la cantante, indipendentemente dal ruolo di doppiatrice, o è un desiderio che hai acquisito col tempo?
Fare la cantante è quello che ho sempre desiderato e ti posso assicurare che, in ambito discografico, non sempre il fatto di essere anche doppiatrice mi ha favorito, anzi. Se in altri paesi (Stati Uniti, per esempio) saper fare tante cose può aiutarti e rappresentare un valore aggiunto, in Italia è tutto diverso. Mi sarebbe piaciuto coltivare anche l’arte della recitazione (Giulia ha recitato nella fiction I Cesaroni vestendo i panni di Jolanda Bellavista, ndr) ma col tempo ho dovuto necessariamente differenziare e darmi un’etichetta. Più che per volontà, mi sono un po’ sentita costretta. Eppure il nostro passato dice il contrario: ci sono grandi artisti che in passato si sono dedicati con grandissimi risultati sia alla musica che alla recitazione o al musical, vedi Rita Pavone, Gianni Morandi e Massimo Ranieri. Ora non sembra più possibile, ma sono fiduciosa che le cose presto possano cambiare.
Parlare di lockdown ormai suona familiare visto che, a parte i mesi estivi, siamo stati costretti a limitare rapporti umani, spostamenti e vita quotidiana alle mura di casa: questo come incide sulla vita di un cantante che deve registrare, cercare l’ispirazione, seguire la produzione di un disco…
Per me non è stato un periodo così ingestibile, a livello personale e artistico. Suona un po’ retorico, ma personalmente è già una vittoria essere rimasta sempre in salute in questi mesi, sia io che i miei cari, perché purtroppo tante persone attorno a me hanno provato sulla propria pelle, a vari livelli, gli effetti del coronavirus.