The Baby Walk (ascoltando la video intervista scoprirete il perché di questo nome) è una giovane compagnia teatrale che abbiamo scoperto grazie alla visione dello spettacolo Un eschimese in Amazzonia (progetto vincitore Premio Scenario 2017) presso Campo Teatrale di Milano a marzo.
Ma facciamo un passo indietro. Era il 2013 quando inizia la ricerca dei materiali per il progetto Trilogia sull’Identità. “Siamo arrivati alla conclusione che la transizione è, prima di tutto, un percorso mentale verso la costruzione dell’identità di un individuo” queste le parole di Liv Ferracchiati, regista e drammaturgo della compagnia The Baby Walk. I cambiamenti fisici, seppure fondamentali per alcune persone transgender, non sono il fulcro della questione, e non sono state più nemmeno il fulcro della indagine di Liv, perché l’identità di genere si lega al concetto di varianza di genere, ossia al fatto che ognuno è uomo o donna per un insieme di fattori culturali e biologici.
Il materiale raccolto è stato ripartito in tre spettacoli, da qui la Trilogia sull’Identità: Peter Pan guarda sotto le gonne (Capitolo I), Stabat Mater (Capitolo II) e Un eschimese in Amazzonia (Capitolo III).
Siamo arrivati alla fine di questo percorso, ma interessante sarà percorrere a ritroso la visione di tutti e tre gli spettacoli. Per ora abbiamo incontrato la compagnia The Baby Walk per parlare dello spettacolo Un eschimese in Amazzonia che pone al centro il confronto tra la persona transgender (l’Eschimese) e la società (il Coro), fino ad arrivare al paradosso che l’Eschimese si stanca di raccontare sé stesso, perché?… Scopriamolo insieme.