I protagonisti della mostra sono due: da una parte la location stessa, l’imponente Salone delle Feste di Palazzo Madama con la sua altezza vertiginosa e la bellezza austera delle residenze reali sabaude; dall’altra gli “ornamenti” del designer, materici, colti, fatti di azzardi estetici, di esotica e microscopica bellezza. Il progetto espositivo – realizzato dall’architetto Franco Raggi, amico di lunga data di Gianfranco Ferré – gioca sul contrasto tra la Sala del Senato di Palazzo Madama e le strutture minimaliste ed essenziali in ferro e vetro dell’allestimento, che, simili a gabbie, ben valorizzano la fantasiosa bellezza dei gioielli. Pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo si alternano ad un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili. Per Ferré l’ornamento era un concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente.