La make-up artist Serena Polh: “Non sapevo di essere lui”


Da ormai alcune settimane si è concluso il Festival di Sanremo, l’evento musicale italiano più importante ed atteso dell’anno. Durante questa settimana la località marittima è ghermita di persone, tra artisti, fans, pubblico ed addetti ai lavori, pronti ad esibirsi, assistere e lavorare all’evento ospitato dal teatro Ariston, storico punto di riferimento per i cantanti di tutta la penisola, emergenti e non.
Durante questo periodo si parla tanto delle canzoni in gara, delle votazioni e dei risultati, ma anche di outfit e glam. Tra tutto questo, si chiacchiera anche dei make-up look e degli hairstyling sfoggiati dai cantanti per l’occasione.
Chi si occupa, come me, di trucco ed acconciatura, sa quanto sia importante questo evento, in quanto grande fonte di visibilità, con i relativi oneri ed onori.
La settimana è ricca di emozioni e soddisfazioni, ma anche stress, ansia e preoccupazioni. Chi ci è stato, mi darà sicuramente ragione, perchè Sanremo non è una metropoli, ma una piccola cittadina di poco più di cinquemila abitanti, che durante la settimana del Festival arriva ad ospitarne più di quarantamila (tra paese e zone limitrofe). Questo rende la gestione di impegni e spostamenti particolarmente complessa, soprattutto considerando l’importanza di rispettare tabelle di marcia e scalette serrate.
Nonostante la fatica che un professionista può dover fronteggiare durante queste giornate, è pur sempre un’esperienza unica, che riempie di orgoglio. Da qui, ne deriva quanto possa essere importante per un addetto ai lavori vedere il suo operato non solo riconosciuto, ma prima di tutto rispettato.
Serena Polh – La personal Make-up Artist di BigMama
Questo, purtroppo, non è quello che è successo a Serena Polh, personal make-up artist dell’esplosiva BigMama, per la quale ha curato il glam durante la sua apparizione sul palco del Suzuki Stage (insieme ad Alessandro Pompili per l’hairstyling).
Infatti, a pochi giorni dalla conclusione dell’evento, Serena ci racconta: “ricevo lo screenshot di un articolo apparso su “La Nazione” intitolato “Da Olly a BigMama: l’esperienza di Graziano, truccatore al Festival”. Nell’articolo, corredato di selfie del make-up artist con BigMama, si celebrava tale Graziano e si raccontava come avesse truccato BigMama, Olly, i Coma Cose e tanti altri del Festival. Dopo una rapida ricerca su Facebook, ho scoperto una decina di altri articoli simili”.
Quello che prova è più che comprensibile: “sono rimasta basita per diversi motivi, è circa quattro anni che seguo BigMama e insieme abbiamo costruito un percorso. Vedere che qualcuno si sia preso il merito di anni di lavoro mi ha confusa. Peggio mi sento al pensiero del tentativo di prendersi il merito di aver truccato addirittura cantanti in gara, come ad esempio Olly, che è seguito da Gaia dell’ Aquila, o Gaia, che è truccata da Greta Giannone”.






Tutta la vicenda deve essere quantomeno uno spunto di riflessione sulla poca informazione legata a questo mestiere: “sarebbe bastato un attimo per verificare le fonti. L’altro enorme dispiacere è il pensiero che per un po’ di fama le persone siano disposte a tutto, pensando di essere così splendide da poter mentire, rilasciare interviste e non essere sgamate nel 2025.
La bravura di un truccatore sta nel proprio lavoro, ma anche nella serietà e nel rispetto con cui questo lavoro viene svolto. Il nostro è un lavoro meraviglioso, ma è un lavoro complicatissimo, fatto di sacrifici, di equilibrio tra tecnica ed estro artistico, di comunicazione, empatia e cura”.
Questa poca stima del valore del lavoro di truccatori e parrucchieri, del loro impegno, della loro professionalità, delle loro competenze e della loro esperienza si manifesta, purtroppo, anche in diversi altri modi ed forse è il momento di aprire questo vaso di Pandora, pieno di segreti scomodi che aleggiano intorno a molti degli eventi più importanti e seguiti dell’anno.


Capita spesso che ai professionisti venga offerta la possibilità di partecipare come make-up artist/hairstylist ad uno di questi eventi, con la promessa di preparare un personaggio famoso. Fino a qui, tutto un sogno, se non venisse chiesto loro di pagare grosse cifre, che possono variare dai 500/600 euro, fino anche ai 1600/1700, oltre vitto e alloggio (posso confermarlo personalmente, essendomi scontrato con offerte del genere in passato).
Non è nulla di nuovo in realtà, ma il racconto della sua sgradevole vicenda sui social ha fatto sì che Serena ricevesse numerose segnalazioni a riguardo: “purtroppo molte persone cadono in questa trappola e pensano che questo sia l’unico modo di poter accedere a tale manifestazione.
Credo che in Italia ci sia ancora questa idea che il nostro non sia un lavoro vero, che sia quasi un divertimento o sia un privilegio farlo, ma invece si tratta di un lavoro serio e di grande responsabilità ed in quanto tale va pagato, ma nel senso che i soldi bisogna riceverli, non darli! Se come categoria siamo i primi a non pretendere dei soldi, ma chi mai dovrebbe aver voglia di pagarci? Purtroppo le bollette ancora non si pagano in visibilità”.
Una cosa del genere, capita anche in altri ambiti o professioni? Non lo so, ma nutro qualche dubbio a riguardo. Comprendo la voglia di crescere e di farsi conoscere, che ovviamente tutti abbiamo e che è giusto avere, ma personalmente credo che non sia questa la strada giusta. Non pretendiamo cifre astronomiche, hotel di lusso o auto private, ma solo di essere quantomeno considerati come lavoratori, e non salvadanai da spremere.
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