Cosa differenzia Vero dagli altri social? La grafica è molto simile alle piattaforme più famose. Semplice e intuitiva. Invece di amici o seguaci, però, le relazioni strette sulla piattaforma si dividono in tre macro gruppi: migliori amici, amici e conoscenti. Ognuno di questi avrà la possibilità di vedere contenuti diversi. Persino l’immagine profilo può cambiare a seconda di quanto ci sta simpatica la persona con cui stiamo interagendo.
Su Vero, il cui nome è un chiaro rimando alla veridicità della persona che si mostra online, si possono condividere link, musica, libri, film e luoghi visitati. Il suo giovane creatore, Ayman Hariri, ha sottolineato l’importanza di avere un social in cui potersi relazionare in maniera genuina.
Niente #ad o post sponsorizzati perché l’utente non è “un bersaglio per la pubblicità”. Ma anche niente stories, feature ormai presente in tutte le piattaforme social più famose.
Vero vuole dare vita a un nuovo modo di comunicare. Più semplice e immediato, meno improntato sul “mostrarsi” e più sul comunicare con gli altri in maniera naturale, come davanti a una tazza di caffè.
Il social che garantisce la privacy, è così che Vero si sta attualmente pubblicizzando. Che riesca davvero a offrire quel senso di sicurezza che adesso manca agli utenti? Vero potrebbe finalmente far crollare l’impero di Mark Zuckerberg? Solo il tempo ce lo dirà.
Ciò che fa pensare è come un social possa durare senza pubblicità. I server di Vero sembrano già tremare sotto il peso del successo. Gli utenti saranno disposti a pagare un’iscrizione oppure preferiranno rimanere bersagli del guerrilla marketing?