Forse l’unica riflessione che ci rimane da fare è cercare di capire quale sia il motivo che spinge una donna, o un uomo, a sottoporsi a dolorosi e rischiosi interventi di chirurgia estetica. Non è mai soltanto l’illusione dell’eterna giovinezza a spingere qualcuno verso la chirurgia estetica. Si tratta sempre di storie molto più complesse, che partono da lontano e che, in qualche modo, devono risolversi. E allora ecco che la chirurgia estetica sembra essere l’unica e l’ultima possibilità. Non di certo la più banale, la più veloce, la più superficiale come invece siamo spinti a pensare. Le rare testimonianze che si riescono a raccogliere assumono il sapore di confessioni intime, profonde, toccanti.
Una donna che si rifà il seno non si rifà semplicemente il seno; una donna che si sottopone a una dolorosa liposcultura non è semplicemente una donna che rincorre un corpo snello; una donna che si ritocca parti intime e parti del volto non può essere una donna superficiale che ha nella testa soltanto la perfezione estetica. E se anche così fosse, bisognerebbe capire perché una donna abbia potuto fare della bellezza estetica l’unico obiettivo della propria vita. Bisognerebbe avere il coraggio e la forza di andare e vedere oltre. Oltre le forme, oltre la pelle, oltre l’anima. Scavando più in profondo.