Vasilij non può ignorare il cordone ombelicale tra opera d’arte e spiritualità. Per lui il colore può avere due effetti sullo spettatore: fisico, superficiale e basato su sensazioni momentanee, e psichico, dovuto alla vibrazione spirituale attraverso cui il colore raggiunge l’anima. La tonalità cromatica è sperimentazione, dunque, perché essa ha un odore, un sapore e un suono.
Analizzando gli elementi fondamentali della composizione – punto, linea, superficie – Kandinskij geometrizza le macchie rendendole cerchi, triangoli, quadrati e scacchiere. Ecco che il giallo diventa energia se imprigionato in una figura triangolare, mentre il blu è quiete in una circonferenza.
Il surrealismo, che scardina ogni tipo di logica razionale, è totalmente presente.
Tra le opere più celebri del pittore russo ricorderemo sempre: Il cavaliere azzurro, Macchia rossa I e II, Composizione X e Giallo, rosso, blu. Potrete ammirarle al MUDEC di Milano dal 15 Marzo al 2 Luglio 2017.